Il VCM Compressor 376
Le impostazioni del Compressore/Limiter dipendono dal segnale in ingresso. In altre parole, non è possibile effettuare le regolazioni del Compressore/Limiter senza ascoltare il segnale attualmente in ingresso. Ci sono molte cose che possono migliorare la comprensione e l'uso del Compressore/Limiter.
La prima cosa da capire è che questo apparecchio appartiene alla famiglia degli amplificatori. Tecnicamente parlando è un “Levelling Amplifier” (amplificatore livellatore – ndt) perché aiuta l’ingegnere del suono a controllare i livelli irregolari durante la registrazione o il missaggio. Come esseri umani, non si è fisicamente abbastanza veloci per “governare i fader” e reagire ad un segnale che si sta dirigendo direttamente verso la zona rossa, sopra lo 0VU. |
Pertanto, questi amplificatori livellatori sono utilizzati per rilevare automaticamente la forza (tensione) di un segnale e applicare una conseguente riduzione di guadagno. Si può pensare a un compressore/limiter come ad un insieme di mani veramente veloci – è abbastanza rapido per reagire ad un livello che potrebbe distorcere – e di ridurre tale livello prima che si verifichi una distorsione. È in grado di abbassare il livello prima che accadano fenomeni spiacevoli. Aiutano il tecnico del suono a controllare la gamma dinamica del segnale in ingresso...
Il secondo concetto da capire è come funziona la Dynamic Range (gamma dinamica – ndt). Quando si imposta il livello di registrazione, il tecnico del suono chiederà ai musicisti di fare alcune prove. In questo modo può determinare la gamma dinamica degli esecutori. Cioè, ‘quanto forte’ e ‘quanto piano’ sarà il segnale che essi produrranno. Tutto questo è necessario perché non si può consentire ai musicisti di sovraccaricare (mandare in distorsione) il sistema (di registrazione – ndr). Senza un compressore/limiter, il ‘quanto forte’ che si ottiene determinerà l’impostazione dell’Input Gain (guadagno d’ingresso – ndt)…. dal momento che imposteranno semplicemente la quantità massima di livello senza che il VU meter raggiunga la zona rossa.
Un problema sorge quando si iniziano ad aggiungere altri strumenti. La morbida sfumatura di un particolare strumento può perdersi nel segnale musicale globale. Ci sono alcuni tra questi suoni sottili che si desiderano portare avanti (far emergere dal mix – ndr). A tale scopo, bisogna regolare la gamma dinamica del segnale in ingresso.
La gamma dinamica viene misurata in dB, che è un rapporto. Un rapporto è il confronto tra una cosa ed un’altra. In questo caso tra il suono più forte ed il suono più delicato che un particolare dispositivo in ingresso sta per produrre. Comprimendo o limitando la distanza tra forte e piano, l'amplificatore livellatore rende i segnali più facili da gestire – perché come tutti sappiamo, la distorsione del livello di registrazione è una cosa molto spiacevole. Il compressore riduce il guadagno del forte, e lascia da solo il piano – restringendo la gamma dinamica.
La differenza tra compressione e limitazione è semplicemente una questione di livelli.
Un compressore è un amplificatore in cui più segnale si immette in ingresso; meno se ne ottiene in uscita. Questo si verifica ogniqualvolta si supera un livello specifico (threshold - soglia – ndt). Un limitatore è un amplificatore in cui più segnale si immette in ingresso; l'uscita rimane pressoché la stessa e non aumenta in modo percettibile. Questo si verifica ogniqualvolta si supera un livello specifico (threshold - soglia – ndt).
Si è accennato ai rapporti... 2:1 (leggere due a uno), 3:1, 4:1 e 8:1 sono considerati rapporti di compressione, mentre il 10:1 e oltre sono considerati rapporti di limitazione.
La terza cosa da capire (e una cosa molto importante) è che non si può mettere un compressore singolarmente su tutto – si tornerebbe al punto di partenza uccidendo la vita della propria musica. I compressori vengono usati per fare in modo che le parti vocali emergano dal mix. Se parole o sillabe a basso volume si perdono nel mix, un compressore può permettere che quel segnale venga portato avanti nel mix. È possibile dare al suono una maggiore presenza. Tuttavia, se si fa lo stesso per ogni suono, piuttosto si perde la sua unicità ed efficacia (maggiori informazioni su questo aspetto tra breve).
COMPRENDERE I PARAMETRI:
Attack (attacco – ndt) Questa impostazione significa che almeno i primi millisecondi (ms) del segnale passeranno prima che si attivi il compressore. I rullanti hanno un attacco piuttosto veloce con un grande picco transitorio iniziale – per i suoni percussivi si potrebbe fare in modo che l'impostazione sia più rapida (ridurre la quantità di attack). Un picco transitorio è la bacchetta che colpisce la pelle del tamburo. È d’aiuto pensare a tutti i suoni come se facessero parte di uno scenario in due parti: “causa ed effetto”. La bacchetta che colpisce la pelle (causando un grande picco transitorio) e poi la risposta del tamburo (il corpo del suono). Le voci (parole e sillabe) variano notevolmente di livello e producono un segnale molto irregolare in ingresso. Alcune parole hanno un attacco molto veloce, “blue”, “people”, mentre altre si sviluppano più lentamente come “freedom”, “sizzling”. Per impostare l’attacco bisogna porre l’attenzione a come suonano i risultati. Non si può semplicemente fare una regolazione e ritenere che sia giusta – non bisogna aver paura di correggerla. Ma la regola generale è quella di capire se un suono è un evento sonoro innescato con un picco percussivo (questo comprende gli strumenti che si suonano tramite martelletti, si pizzicano o si colpiscono) oppure il suono dello strumento si sviluppa lentamente dal silenzio. Questo comprende gli strumenti a fiato e ad arco. Una nota di clarinetto può svilupparsi lentamente dal silenzio – beh, più lentamente di un attacco di rullante. Si noterà che l'attacco è un parametro connesso al TIME (tempo – ndt) e quindi si misura in millisecondi. Un millisecondo è un milionesimo di secondo. Come musicista questo concetto potrebbe non avere alcun significato, dal momento che non si pensa al tempo in questi termini – dopotutto il tempo del musicista è diviso in battute per minuto. Ma in generale si va alla ricerca di un’impostazione del tempo di attacco che permetta il tipo di (segnale in – ndr) ingresso con il quale si sta lavorando – ad esempio, per un rullante l’impostazione del tempo d’attacco pari a 150-200 ms è troppo lenta. Il suono potrebbe totalmente salire e scendere entro quello spazio di tempo. Si pensi a quanto velocemente il suono di un rullante arriva e se ne va.
Facciamo un po’ di ‘semplice’ matematica (non sarà doloroso): prendiamo un tempo musicale di 120 battute al minuto. Se l'indicazione di tempo è un tempo di 4/4, in questo tempo ci sono fondamentalmente due battute in un secondo. Quindi un rullante suonato sul controtempo (battute 2 e 4) cadranno esattamente ad un secondo di distanza. Se mai si osservasse un campione di un loop di batteria in cui il rullante viene colpito ogni altro battito, ci si renderebbe conto che non riempie la distanza tra le battute. In realtà, c’è un sacco di spazio tra il 2 e il 4 colpo – si potrebbe far passare un grosso camion attraverso quel varco! L’attacco del rullante è molto rapido in termini di tempo.
Qui a fianco si può vedere un semplice groove Kick-hihat-Snare (cassa, charleston, rullante – ndt) nel campionatore di Motif XS-XF. Le frecce rosse evidenziano i colpi di rullante sul battito 2 e 4. A 120BPM dura esattamente un secondo. Si può vedere che l'intero evento del rullante è solo una piccola porzione di tempo. Se il tempo di attacco non è impostato sufficientemente veloce, l’intero suono potrebbe “fuggire” inosservato. Non bisogna preoccuparsi, lo si imposta ad orecchio (ed esperienza) – l’importante è aver compreso all’incirca e non ci si perde l'intero evento, perché si è incapaci o inconsapevoli di come il tempo in millisecondi è collegato con i brani musicali. |
Release (rilascio – ndt) – L’impostazione del rilascio è soggettiva e dipenderà dal tempo. Questo è il tempo di cui necessita il compressore/limiter per “lasciare andare” il segnale una volta che il dispositivo riduce il guadagno (il misuratore VU devierà). Release è il tempo necessario per l'indicatore per tornare 0VU. Poiché un rullante in realtà non ha ‘sustain (non ha un suono durevole – ndr), nel senso di come lo ha una chitarra, questo è molto soggettivo e passa probabilmente senza farsi notare molto – se lo si sta utilizzando su un suono musicale – i chitarristi usano rilasci lunghi per ottenere una percezione di maggiore sustain. Il suono dall’attacco pizzicato ha moltissima energia, poi scema un po’ (chiamato decadimento iniziale) verso il livello di sustain (corpo principale del suono). Se si applica compressione a quel gran picco di energia in attacco l’intero segnale sembra rimanere allo stesso volume più a lungo… e verrà percepito come un sustain più lungo. Quanto più si comprime e più lungo è il rilascio e più lungo viene il percepito sustain. (Questo descrive principalmente l’uso di compressori per suoni musicali lunghi con inviluppi allungati). Il Release è sostanzialmente il tempo necessario perché il compressore interrompa la compressione del segnale. Non si può realmente cambiare la fisica della durata del segnale, ciò che si può fare è cambiare la percezione umana di come sta cambiando il tempo in cui sta accadendo. Non si può fare in modo che un rullante o una nota di chitarra durino di più di quanto possano fare fisicamente, però modificando la “forma” del volume sonoro (l’invilluppo) si può far sembrare che rimangano allo stesso volume per un periodo di tempo più lungo. Se il Release è impostato ad un valore troppo elevato, il compressore non lascia passare (il segnale audio – ndr) e l’evento successivo sarà ugualmente compresso. Di conseguenza, pensare al groove kick-hihat-snare... se si desidera che il compressore sia ancora disponibile per il prossimo colpo bisognerà sapere approssimativamente quanto tempo c’è tra un evento e l’altro.
Input – Questo parametro determina sia la Threshold (soglia – ndt) relativa e la quantità di Gain Reduction (riduzione del guadagno – ndt). La compressione/limitazione inizia ad un punto (in questo caso, chiamata fixed threshold – soglia fissa). I classici amplificatori livellatori analogici spesso usavano tale concetto di soglia fissa – si regola l’INPUT e si lavora con la quantità di GR (Gain Reduction) che viene richiesta perché il suono si comporti correttamente. Bisogna ricordare che l’obiettivo non è quello di appiattire completamente il suono, ma solo di ridurre il picchi più elevati, in modo che si possa avere una potenza del segnale più controllabile (livello).
Treshold – È il punto dove inizia la compressione/limitazione (è tutta una questione di risultato). La threshold è un’impostazione critica e deve essere fatta con un notevole attenzione. Nel VCM 376 il parametro INPUT determina sia l’ingresso che la quantità di riduzione del guadagno. La quantità di Gain Reduction verrà visualizzata dal VU Meter. Come si aumenta l’INPUT del segnale si noterà che il VU METER impostato per mostrare il GR (Gain Reduction) inizierà a deviare verso il basso. Va ricordato qui che il segnale in ingresso può spesso avere un proprio livello di OUTPUT, che diventa INPUT per il compressore. La deflessione verso il basso del misuratore di GR indica la quantità di picco del segnale che viene ridotta.
Gain Reduction – È la misura di quanto in dB (visualizzato sul VU Meter) si sta riducendo la gamma dinamica del segnale. In generale, si vuole ridurre solo i picchi molto più forti di un segnale in ingresso. Così, quando è selezionato GR si vedrà il misuratore deviare dallo 0VU verso il basso.
Il tempo di attacco sarà inteso come quanto velocemente l'indicatore si sposta verso il basso dallo 0VU, mentre il tempo di rilascio sarà inteso come quanto lentamente l’indicatore ritorna allo 0VU.
Ratio (rapporto – ndt) – Un ratio di 10.0:1 (dieci punto zero a uno) farà in modo che il compressore agisca come un LIMITER (limitatore – ndt). La differenza tra un compressore ed un LIMITER è uno di grado. Mentre le impostazioni come 2:1, 3:1, 4:1 sono tipiche della compressione. Un’impostazione di 10:1 (limitazione) avrà un livello di segnale che vuole andare a 10dB di sopra della soglia ma lo lascerà arrivare solo a 1 dB in più (cioè 10-a-1). Per ogni 1dB di segnale che (il compressore – ndr) permette al segnale di aumentare è necessaria l'energia per raggiungere i 10dB. Cioè, se il segnale fosse abbastanza forte da raggiungere il punto di soglia e volesse oltrepassare di 10dB, allora il compressore consentirebbe effettivamente l’incremento solo di 1dB. Se volesse andare 20dB al di sopra della soglia il limitatore consentirebbe soltanto di andare a 2 dB, e così via.
Output (uscita) – Il livello di uscita è tale che si possa far ritornare la gamma dinamica ora compressa al suo corretto equilibrio all’interno del mix. Con un compressore/limiter l'idea è di fare in modo che il livello debole sia più vicino a quello forte (cioè, comprimendo la gamma dinamica), cosicché l'uscita sia molto importante per ristabilire l'equilibrio (il livello entro l'intero mix). Immaginare un cantante che sussurra su una traccia di big band – sussurrare è il piano. Poi il cantante canta a squarciagola con tutta l’aria che ha nei polmoni – è il forte. Un compressore porterebbe il segnale più forte verso il basso più vicino al livello del sussurro... comprimendo la gamma dinamica... poi tutto l’OUTPUT importante permetterebbe di rialzare il segnale complessivo. Così il sussurro sarà più presente e sarà possibile ascoltarlo nel contesto del mix mentre l’urlo non manderà in sovraccarico livelli. Questo è lo scopo del Compressor/Limiter. Viene ridotta la distanza tra piano e forte, controllando quanto può diventare forte un segnale, poi viene alzato per renderlo più presente e rimesso in evidenza. I segmenti “soft” possono competere con il resto del segnale musicale senza che il segnale “forte” vada fuori controllo.
Background: Si è accennato ai picchi transitori – Sono escursioni di livello molto rapide e molto pronunciate della parte anteriore di un suono. Un botta su un rullante può creare picchi transitori grandi anche 10-15dB (o più) sopra il resto del suono (la risposta del tamburo) e sono in genere troppo veloci perché la maggior parte dei VU meter li registrino. Non si può permettere che questo picco transitorio mandi in distorsione l'ingresso – questo può causare una serie di problemi in futuro. I compressori sono utilizzati per ridurre tale picco in modo che l’energia non venga persa. Ecco che cosa significa: se si desidera un bel suono di rullante, non si sarà in grado di ottenere un corpo del suono abbastanza forte se quel fastidioso picco transitorio costringe ad abbassare il guadagno della traccia di rullante. Riducendo la gamma dinamica (portando il picco verso il basso vicino al corpo del suono) ora si può aumentare il livello complessivo dell'ingresso del rullante ed il corpo del suono potrà avere un impatto maggiore prima della distorsione. Questo fenomeno si chiama presenza.
La lettera “P” nella parola “petunia” viene chiamata plosive (consonante occlusiva – ndt) – a causa del suo transiente esplosivo. Se non si desidera dover regolare il livello del segnale verso il basso per poter contenere il “Pe” se questo significa perdere l’intelligibilità del resto della parola. Un compressore potrebbe delicatamente comprimere il “Pe” e rendere più nitida la parte "-tunia" di questa parola.
È quello di cui parlano quando gli ingegneri del suono affermano che i compressori conferiscono al segnale “più peso” o “più presenza” nel mix. Il corpo del suono non è sepolto nel livello perché il picco transitorio li costringe a ridurre il suono complessivo. Si stanno imbrogliando le regole della fisica. Naturalmente, esiste anche la “over-compression” (sovra-compressione – ndt), e questa può essere molto negativa – quindi queste impostazioni devono essere effettuate con grande cura.
La sovra-compressione viene spesso descritta come “breathing” o “pumping” (effetto respiro o pompaggio – ndt) – ed è dovuta a due fenomeni concorrenti. Si immagini un cantante di fronte al microfono; tra i suoni delicati che questo produce ci sono gli schiocchi delle labbra ed il prendere fiato. Normalmente questi suoni non vengono avvertiti dall’ascoltatore… fino a che non si effettua una sovra-compressione alla gamma dinamica (operazione dannosa). È il caso di ricordare che si stanno abbassando i picchi più elevati a livello di quelli più bassi e poi si alza nuovamente il livello dell’uscita complessiva. Di conseguenza tutto ciò che fino ad ora non si sentiva viene sparato in faccia all’ascoltatore. Il cantante, quando respira, canterà come se avesse l’enfisema, perché quello che dice viene compresso in modo tale che abbia praticamente lo stesso volume dei suoni delicati. Questo viene descritto come sentire il compressore “respirare”. La descrizione di “pompaggio” deriva da un tempo di rilascio non correttamente impostato. Il release è quanto velocemente o lentamente il compressore permette la riduzione della gamma dinamica per tornare alla normalità. Se ci si rende conto troppo di questo cambiamento e si ha la sensazione che l’aria venga risucchiata dalla stanza e poi venga di nuovo soffiata al suo interno – come se qualcuno pompasse ed aspirasse aria dall’ambiente. Il silenzio, si sentirà come l’aria fresca, e quando la voce entra, viene tolta l’aria. Diventa fisicamente estenuante da ascoltare ed affaticherà gli ascoltatori – i quali non ne capiranno il motivo.
La migliore regola empirica per lavorare con i compressori ed i limitatori è: Se lo si nota, probabilmente ce n’è troppo. È meglio che sia percepito, non sentito. Questa è un aspetto difficile da capire per i neofiti, perché la maggior delle persone parte gira le manopole al massimo o al minimo, apportando grandi cambiamenti, è una questione di raffinatezza. E così (il Compressor/Limiter – ndr) diventa difficile da padroneggiare.
Le regole sono fatte per essere infrante
Detto questo, ci sono dei chitarristi i quali hanno fatto con la compressione cose molto simili a quelle che hanno fatto con la distorsione. Hanno gettato via il manuale di istruzioni ed usato il compressore rigorosamente come un effetto. Usano la riduzione di guadagno dei picchi per dare l’illusione di un sustain più lungo. Appiattendo il picco di una forma d’onda, questa rimane allo stesso volume per un tempo apparentemente più lungo – e dà la sensazione di ottenere più sustain. Il sustain è ad un livello di volume che rimane costante per un certo tempo. In realtà è un’illusione uditiva.
Nel grafici in basso l’asse verticale (alto/basso) è il volume, e l'asse orizzontale (da sinistra a destra) è il tempo che va avanti.
A sinistra viene mostrato un inviluppo tipico da corda pizzicata, dal forte picco transitorio. Mentre a destra si vede lo stesso inviluppo tipico di corda pizzicata al quale è stato eliminato il transiente d’attacco – il segnale raggiunge il massimo volume e rimane a quel volume dando l’impressione di avere un sustain più lungo. Certo, la compressione rende più morbido il segnale udibile complessivo… dopo tutto, si tratta di ridurre il guadagno e di rendere i suoni più forti, più simili a quelli più delicati. Ma questo è il motivo per il quale viene dato il parametro OUTPUT ed è così importante. In seguito si può aumentare il l’uscita generale della gamma dinamica compressa per ripristinare l’unity gain (guadagno unitario – ndt) - (cioè ripristinare il volume), indicato come la linea rossa; solo che adesso il suono sarà molto più “pesante” e “presente”.
Notare che l’inviluppo di tutto il suono non dura veramente di più, ma la percezione sarà di un “sustain più lungo” – perché invece di salire e scendere la montagna (picco transitorio), il livello raggiunge un plateau e rimane lì.
VCM Compressor 376
Schermata dell’effetto Add-On VCM per mixer serie 0, DM e PM su cui si basa il Compressor 376. |
Nel laboratorio K di Yamaha a Hamamatsu dei geni hanno creato (ricreato) la risposta e il comportamento del classico Compressore/Limiter del passato. Quello che fa il VCM (Virtual Circuit Modeling) non è solo imitare il comportamento del dispositivo (come succede con la maggior parte dei dispositivi di modellazione)... ciò che hanno creato è proprio il modello degli effettivi componenti elettronici utilizzati nei classici amplificatori livellatori. Valvole, transistor, resistenze e condensatori utilizzati per costruire questi dispositivi, le loro tolleranze, la risposta alla variazione del calore e come sono stati utilizzati nella circuiteria effettiva dei dispositivi corrisponde a quanto è stato modellato. Ciò significa che in condizioni simili il flusso del segnale di ingresso-uscita si comporterà nello stesso modo del dispositivo originale. Modellando i componenti e il circuito è possibile costruire virtualmente qualsiasi dispositivo. Con la tecnologia VCM è stato catturato il fascino unico di questi classici dispositivi. Adesso, se ci si accorge solo che i processori d’effetto VCM sono veramente fantastici, questo sostanzialmente è ciò che tutti i progettisti avrebbero voluto realizzare. Ma se si è un tecnico del suono della “vecchia scuola” come me, prima di tutto è la risposta ed il suono che si può ottenere dall’apparecchio che lo ha reso così valido. Sono sempre molto entusiasta del VCM per la sensazione di suono autentico che si ottiene. Una delle primissime lamentele sulla tecnologia “digitale” era che fosse “troppo precisa” e mancasse di personalità. Quella è un’idea divertente da spiegare adesso. Come può qualcosa essere troppo precisa? Non desideriamo l’accuratezza? Beh, veramente in alcuni casi, no. I vecchi compressori erano naturalmente lenti a rispondere, mentre i componenti digitali possono essere molto veloci. Alcuni vecchi compressori non avevano nemmeno un parametro Attack. Rispondevano quanto più velocemente possibile – e questo era in realtà piuttosto lentamente. Ma questo ha anche attribuito ad alcuni di questi vecchi compressori un certo fascino (e spesso un uso specifico). Questa lentezza li ha resti perfetti per cose come le voci. Quindi ci sono alcuni dispositivi che si sono fatti la reputazione di essere indispensabili per alcuni tipi di suoni. Altri erano molto imprecisi al punto di intervento (threshold) – dove il segnale devia – e la loro risposta non era accurata. Era nato il concetto di “soft knee”. Anziché un forte angolo di deflessione, la risposta dovuta ai componenti utilizzati nel circuito aveva una risposta più arrotondata (knee = ginocchio – ndt).
Più tardi, negli apparecchi a transistor, dal momento che era così ricercata, è diventata una funzione programmabile. Così, in realtà, il fascino è diventato una caratteristica controllabile. Quando gli apparecchi sono diventati digitali per la prima volta – tutto era super preciso e gran parte del fascino del vecchio circuito è andato perso o si doveva lavorare di più per ottenerlo. Il laboratorio K lo ha ritrovato.
La modellazione di questi dispositivi a livello dei componenti si avvicina, il dispositivo modellato “si comporta” esattamente come l’originale. Questo è ciò che rende gli effetti VCM così unici e preziosi. Piuttosto che limitarsi a modellare uno specifico dispositivo, Il laboratorio K ha elaborato un prodotto molto più flessibile. La modellazione fisica viene utilizzata ed attualmente pubblicizzata in un sacco di prodotti, ma non dovrebbe essere fine a se stessa. Toshi Kunimoto, l’ideatore di questa tecnologia (e la ‘K’ nel laboratorio K), è al lavoro sui modelli fisici dal 1987 – è anche responsabile delle incredibili tecnologie impiegate nei sintetizzatori VL e VP. In realtà, la VL e VP erano branche della sua ricerca sul trattamento degli effetti. L'importanza di sviluppare una serie di dispositivi musicalmente utili è stato al centro della ricerca. Modellare il circuito è stato il modo per arrivarci (Toshi Kunimoto è tornato a lavorare su processori da studio nel 2001). Sono stati fatti molti test ed una valutazione sulla musicalità del VCM ed è uno dei più significativi progressi nella elaborazione dei segnali dopo tantissimo tempo. Come con i sintetizzatori a modellazione fisica, il “comportamento” è un concetto chiave da capire.
A causa della costruzione del dispositivo originale, esso risponde in modo particolare in particolari circostanze – modellando componenti che costituiscono il dispositivo è possibile ottenere un modello che si comporta allo stesso modo del dispositivo originale. Come si è visto i compressori possono essere usati per controllare il livello (amplificatori livellatori), ma possono anche essere usati in modo soggettivo per aumentare il sustain (come ne fanno uso i chitarristi).
Tenere a mente che si stanno aumentando l’impatto, la presenza, la qualità della musica, senza aumentare sensibilmente il volume generale. A volte è difficile credere che il volume complessivo non sia aumentato – solo la percezione del volume aumenta.
“Il VCM ...è in grado di produrre quella sfumatura unica che solo analogico può dare, mentre ci si gode la comodità che solo il digitale è in grado di offrire. Non è difficile per la VCM riprodurre in digitale anche il suono degli amplificatori a valvole, pedali, o costose console analogiche d'epoca. Potrebbe sembrare un sogno, ma non lo è. La tecnologia è già qui.“ – Toshi Kunimoto
Phil Clendeninn
Senior Product Specialist
Product Support Group
Pro Audio & Combo Division
©Yamaha Corporation of America
Traduzione © 2015 a cura di wavesequence
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