CP4 Stage piano
La struttura del CP4 appare certamente molto diversa a coloro che sono abituati alle architetture dei sintetizzatori nelle quali memorizzare un gruppo di singoli programmi (Voci User) che possono essere richiamati e utilizzati in combinazione con gli altri. Il che non è esattamente quanto avviene nel CP4 stage. Non è previsto un modo Voice User "tradizionale" separato, si spera che questa spiegazione servirà a farvi capire bene come avvicinarsi a questo strumento.
Pensavo di utilizzare un’analogia che mettesse in evidenza come DX7, con la sua sintesi FM non si adatti alla tipica forma di sintesi OSC-FILTER-AMP (oscillatore – filtro – amplificatore); o come SY con il suo motore di sintesi ibrido AWM/AFM non assomigli molto ai sintetizzatori standard del suo tempo; oppure come il VL, un sintetizzatore che non avesse nessuno dei componenti di un sintetizzatore tradizionale. Ho pensato, allora, se vi ricordate tutta quella roba, avrete anche capito che qui Yamaha ha di nuovo infranto le regole.
Fondamentalmente qui sono stati utilizzati i multi-campioni completi di tre pianoforti acustici Yamaha molto costosi: CFX, CFIIIS e S6. Sono stati utilizzati anche gli attuali modelli fisici dei classici pianoforti Tine (FenderRhodes/Rhodes), tre pianoforti reed (Wurlitzer) ed i pianoforti elettroacustici (CP80). Sono stati meticolosamente campionati i tipici suoni del classico pianoforte elettrico FM (Yamaha DX7).
Il Rhodes viene rappresentato da numerose diverse varianti… Che se ci foste stati, vi ricordereste quanto erano diversi l’uno dall’altro… Dai martelletti coperti in feltro a quelli in neoprene… 1971, 1973, 1975, 1978, finanche alla modifica Dyno. Ci sono i Wurlitzer del 1969 e del 1977 ancora una volta nettamente diversi tra loro… Ed i classici preamplificatori Yamaha per CP80.
Sono incluse anche una varietà di Voices (ritenute utili per coloro che il fanno pianista di professione) basate sul motore di sintesi AWM2.
Così in realtà, l’architettura del CP4 è una combinazione di tecnologie. Sia nella sorgente del suono che nella sua elaborazione finale. Capire ciò che rappresenta una Voice per ogni tipo di tecnologia significa comprendere perché alcuni parametri sono disponibili in una Voice e non in un’altra.
Si sta lavorando con un pianoforte STAGE, il concetto è che quando si richiama un unico programma, che sono indicati come una PERFORMANCE, si sta richiamando più di una Voice. Nel CP4 Stage con ogni Performance si stanno richiamando tre PART interne:
MAIN
LAYER
SPLIT
Inoltre tutto ciò che viene impostato nella zona di Master Keyboard per i dispositivi esterni collegati. Fino a quattro zone esterne.
La parte MAIN è sempre attiva, la parte LAYER può essere selezionata e memorizzata nella Performance ma posta in OFF, “in attesa” (si può sempre avere un secondo suono in LAYER alla pressione di un pulsante). Lo stesso dicasi per la terza parte o SPLIT. Ad esempio, la prima Performance ha come MAIN Voice (voce principale) CFX piano, un timbro di strings (archi) come LAYER (della timbrica MAIN) in attesa ed un basso acustico come SPLIT in attesa.
Si è sempre in modo Performance. Non si deve passare ad altra modalità per provare o ascoltare i suoni. Tutto è stato impostato per l’esecuzione sul palco. Se sembra che quando si seleziona una Voice si ereditino alcune cose, questo è vero. E non dovrebbe sorprendere una volta che si comprende completamente l'architettura del CP4 stage.
Bisogna pensare alle Voices come a singoli musicisti, a tre esecutori collegati ai canali di un mixer. Alcune impostazioni riguardano il singolo strumento del musicista, mentre altre impostazioni si trovano sul canale del mixer che tratta i segnali.
Una VOICE nel CP4 STAGE è o un motore sonoro di pianoforte acustico, un modello fisico o una sorgente di riproduzione di campione AWM2.Ognuna di queste architetture di Voice hanno determinate funzioni e parametri che si portano dietro quando le si richiama.
Mentre una VOICE si porta dietro i propri Insertion Effects preprogammati, non si porta dietro i System Effects. Vediamo se riesco a spiegarlo. I pianoforti utilizzano un Insertion Effect che è stato sviluppato specificatamente per il timbro di pianoforte acustico, chiamato DAMPER RESONANCE (risonanza della tavola armonica n.d.t.). Esso funziona in accoppiata con il pedale di Sustain per ricreare la risonanza della tavola armonica che si trova all’interno del pianoforte, quando il pedale di sustain viene premuto. Questo è un Insertion Effect ed è, a tutti gli effetti, parte della Voice. Un esempio di SYSTEM EFFECT è l'effetto Reverb Hall. Non fa parte dello strumento, fa parte dell'ambiente esterno ... L’acustica della stanza, condivisa da tutta l’ensemble.
Gli Insert Effects appartengono al singolo musicista, sono gli effetti personali che possono essere considerati separati dal suono dello strumento. Non vengono condivisi con nessuno, appartengono solamente all’esecutore. Gli INSERT EFFECTS rappresentano tra le tecnologie più avanzate nel CP4 con modelli appositamente sviluppati così come la ricreazione del VCM (Virtual Circuitry Modeling) delle classiche stomp box, EQ e compressori/limitatori.
I System Effects, d’altra parte, vengono normalmente utilizzati per ricreare l’ambiente circostante, l’acustica della sala, se si vuole. Non sono separati dal suono individuale allo stesso modo. Proprio come il riverbero della tavola armonica fa parte del suono di pianoforte, mentre (l’effetto di – ndt) Hall o Room nella quale si trova è condiviso da tutto l'insieme. I processori di Reverb e Chorus (Time Delay) vengono indirizzati (al suono – ndt) tramite uno schema Send/Return, come le mandate ausiliarie di un qualsiasi mixer.
Quando si richiama uno dei modelli fisici, ad esempio un Rdll, si stanno richiamando determinati componenti di un Insert Effect che non fanno parte di quel modello… Come il preamplificatore Rhodes del 1971 o del 1973 che sono stati modellati matematicamente e ricreati fedelmente da uno dei due INSERT EFFECTS. Quando si richiamano i modelli Rdll che hanno ricreazioni del Rhodes versione 1978 e Dyno con due diversi modelli di preamplificatore, questi vengono assegnati in modo automatico come Insert Effect nella corrente area di lavoro.
Una parte dell’editing dei modelli fisici del piano Tine (Rhodes) è costituita dalla STRIKE POSITION… Fondamentalmente “dove” il martelletto viene impostato per colpire il diapason – per coloro i quali abbiano mai operato sul loro Rhodes, bisognerà sorridere ogni volta che ci si sposta tra le sette posizioni. Come ci si renderà conto che ad ogni click corrispondono 3-4 ore di accurate regolazioni. Ogni click è radicalmente diverso ed ha un profondo effetto sul carattere risultante del “vostro” piano Rhodes.
Questo parametro non fa parte del linguaggio per gli altri modelli, né per le Voices campionate. Quindi a seconda di quale tipo di tecnologia si sceglie per una parte, il CP4 rende disponibili i relativi parametri.
invece di impedire la programmazione all’utente… Quando si richiama una Voice, questa porta con sé i componenti che la fanno funzionare. Se si dovesse richiamare il modello Rdll 78, il Preamp 78 viene, ovviamente, portato appresso. Questo è un componente fondamentale della Voice. Se si ereditano gli effetti, si eredita anche l’acustica dell’ambiente (System Effects) della Performance che si sta modificando… Cioè si ereditano le impostazioni dei processori di Reverb e Chorus (time delay), i quali sono responsabili dell’acustica esterna. Tutti gli strumenti (ogni Part) avranno un SEND a questi effetti. Rimangono perché fanno tecnicamente parte del mixer, non dei singoli musicisti.
“Da zero”
Nel CP4 “da zero” non è un banco dove andare… Invece si può iniziare dovunque… È dove si memorizza (STORE) che conta.
Premere [SHIFT] + [ENTER]
Questo viene chiamato Quick Reset (reset veloce, per riportare l’apparecchio alle condizioni iniziali – ndt).
Da qui è possibile iniziare o ad ascoltare le Voices e/o cominciare a costruire le proprie performance. Ci si trova sempre in modalità operativa Performance, sempre.
Ci sono oltre quattrocento Voices nella libreria del CP4 stage… Molte di esse sono come libri appoggiati su uno scaffale. Materia prima per costruire (le proprie timbriche – ndt). Non bisogna pensare ad esse come Voices complete… Sono oscillatori dal suono molto dettagliato. Rappresentano il suono grezzo da inserire in una delle tre PART (Main, Layer, Split), mentre nelle Part si possono arricchire ulteriormente.
CREARE IL PROPRIO PIANOFORTE, CREARE IL PROPRIO SUONO
Questa è forse la cosa migliore del STAGE CP4 – è stato progettato per essere estremamente personalizzabile. Sia utilizzando gli stupendi campionamenti che costituiscono i tre principali pianoforti acustici (con le potenti regolazioni del timbro che si trovano all'interno del motore Insert), o dei modelli fisici dei classici pianoforti elettronici del ventesimo secolo, o uno qualsiasi degli altri suoni ... Si possono utilizzare su qualsiasi strumento tutte le componenti dell’effetto di modellazione.3
Si vuole far passare un Wurlitzer del 1978 attraverso il preamplificatore Dyno liscio come la seta oppure un DX attraverso il vecchio preamplificatore Rhodes del 1971? Qui è possibile far passare il suono di un pianoforte acustico attraverso quello che si vuole. Lavorare con queste molteplici tecnologie il CP4 non ti fa sentire come se avessi lasciato il pianeta solo per modificare un suono. Si desidera modificare ciò che normalmente una Voice si porta appresso. E questo è il nocciolo di tutto: è possibile. Cambiare il preamplificatore che è associato al modello Rhodes del 1978 con quello del Wurlitzer del 1969, quando lo si desidera memorizzare lo si fa a livello di PERFORMANCE. Non una User Voice. Tutte le modifiche sono ben documentate in una Performance.
La PERFORMANCE conserverà le modifiche/regolazioni che sono stati apportati al modello. Queste ultime non vengono memorizzate in una locazione USER VOICE, come in un sintetizzatore, il suono appena modificato viene memorizzato in una Performance.